Pellegrinaggio in bici da Bruges a Roma lungo la " Via Francigena ".

Il 1 luglio 2002 la mia moglie, 3 figli ed io stesso siamo partiti dall'abbazia St-Pierre di Bruges (B) per il nostro pellegrinaggio a San Pietro di Roma. Seguendo un rituale secolare siamo stati benedetti dal nostro priore. Per i pellegrini medievali c'erano 2 simboli importanti: le chiavi incrociate di San Pietro e la Véronica, il pezzo di tela che porta il viso di Gesù Cristo impresso durante la sua via verso la croce. Noi abbiamo preso una piccola chiave nella nostra conchiglia di San Giacomo del nostro pellegrinaggio a Compostella di 4 anni passati. Il 2° rituale era di riunire timbri sui nostri taccuini di pellegrini. Internet ci ha messo in contatto con ' l'Associazione Via Francigena' che si impegna per rivalorizzare questo itinerario. La presidente ci mandò 5 'Credenziali' su cui si poteva riunire i timbri. Dopo la benedizione il primo timbro brillava sul nostro taccuino...

Abbiamo fatto la scelta di campeggiare e preparare il nostro pasto ogni sera. Era un gran lavoro, non solo per la fatica ogni sera, ma nel portare extra bagagli come tende, pali, sacchi a pelo, casseruole… Il camino ' esterno' con l’informazione utile (cioè i 2 Vademecum dell'Association VF) era pronto in anticipo. Il camino 'interno' era più difficile a registrare con parole.

I primi giorni furono difficili per la pioggia sferzante ed il vento contrario. Nel nord di Francia ricevemmo i nostri primi timbri... ed anche il primo pneumatico scoppiato. Nella chiesa gotica di St-Quentin abbiamo visto un labirinto, simbolo del lungo itinerario del pellegrino… e per la strada della vita. Abbiamo dunque seguito la Via Francigena, la strada storica descritta 1000 anni fa da Sigerico, un arcivescovo di Canterbury. Era la nostra intenzione di percorrere tutte le città e di visitare le chiese importanti. Ogni volta si chiedeva un timbro per il taccuino di pellegrino. Tutto ciò prendeva del tempo, ma non eravamo intenzionati a fare molti km nel tempo più breve.

Abbiamo visitato le cattedrali di Laon e di Reims con le loro sculture uniche. Il mal di denti di nostro figlio era così intenso che decidemmo di intercalare un giorno di riposo anticipato a Châlons. Le condizioni atmosferiche avevano molto indebolite le nostre forze durante i 4 giorni passati. La lavatrice ed il sole erano i benvenuti per rimettere a livello la nostra scorta di vestiti asciutti.

I giorni seguenti era molto piacevole andare lungo i campi di girasoli e su un rilievo in lieve pendenza. Dell'abbazia di Clairvaux, fondato da San Bernardo, resta molto poco dell suo tempo di gloria. Una sera abbiamo avuto, inattesa, la visita del prete della nostra parrocchia. Questa sorpresa piacevole è incisa nel nostro cuore.

Durante la seconda settimana il percorso divenne più difficile con alcune rigide salite. In questi momenti sentivamo bene che andare con le bici tanto cariche non andava così comodamente per un ciclista medio. La montagna del Giura non si poteva evitare. Tutta la salita faticavamo nella pioggia e nella nebbia. A Pontarlier riprendemmo alito e temperatura buona e… il nostro ottimismo. Oltrepassata il confine della Svizzera arrivammo alla cima del 'Col des Etroits' (1153m). Cosa che ci dava soddisfazione siccome ciascuno di noi aveva vinto questo passo. Nella discesa fummo ricompensati con un sole caldo per che rendeva il panorama sul Lago di Neuchâtel era ancora più luminoso.

Dopo la visita alla cattedrale di Losanna imboccavamo l’imponente valle del Rodano i. Martigny era la partenza per la leggendaria salita del passo del Gran San Bernardo. A misura che la stanchezza cresceva e ognuno di noi faceva la propria lotta, il paesaggio delle Alpi diventava più bello. Gli ultimi 6 km furono saliti con grande pena dalla nostra famiglia. Finalmente ci trascinavammo alla cima del Grande San Bernardo dove ci rimettevamo del duro sforzo grazie all'ospitale accoglienza nell'Ospizio dove si respira la vera atmosfera pellegrina. Dopo ci vestivamo caldamente per la discesa dal passo del 'Gran San Bernardo' in Italia. Il sole italiano ci dava una vista sufficiente per manovrare le curve molto strette. Un giorno di riposo ad Aosta era meritato dopo percorsi 1000 km.

Vicino a Donnas, vicino alla ' Strada Romana', un pezzo di ferrovia nascosta dall’acqua ci causò una doppia caduta. Dopo che ci fummo rimessi dello spavento, curate alcune scorticature e riparate le bici, raggiungemmo finalmente al Lago di Viverone il campeggio dal nome ironico ' Pieno Sole'. Nella provincia di Pavia i cartelli della V.F. erano particolarmente presenti. Quando non si trovava un campeggio cercavamo un alloggio nel Vademecum V.F.. Fummo accolti con ospitalità nel seminario di Montale dove ci dettero un prato per mettere le tende. L'atmosfera pellegrina era rinforzata da Don Lucio che ci raccontava i suoi viaggi a Santiago e Roma. Fu una vera serata pellegrina!

Nei dintorni delle grandi città il traffico intenso ci rendeva talvolta il percorso difficile. I vecchi centri si rivelavano meglio adatti per le vie vietate alle automobili o a senso unico. Seguivamo la Via Emilia a Fidenza. Alla cattedrale San Donnino abbiamo visto le piccole statue sule quali è basato il simbolo della V.F.. Quando la figlia ebbe un pneumatico esploso a Parma tutti i negozi erano chiusi (siesta). Ci stava solo da aspettare riparandosi di un caldo cocente. Verso sera visitammo il centro con la cattedrale e il magnifico battistero con l'interno riccamente decorato. Mancano solo occhi… e tempo.

Durante la salita degli Appennini il sole dava forte e andavamo con lentezza per la valle. Vicino alla chiesa di Berceto vedemmo sculture romaniche e la statua moderna di un pellegrino. La discesa del Passo della Cisa è stata facile ma dopo la chiesa romanica Santo Stefano di Sorano tutto andò male. I figli imboccarono una strada sbagliata e dopo il campeggio previsto era completo fino a quando l’altra figlia ed il suo fidanzato dovevano arrivare dal Belgio in automobile. Miracolosamente per un pellegrinaggio tutto si aggiusterebbe. Avevamo naturalmente molto da raccontare ed era un momento adatto per intercalare un giorno di riposo.

La mattina si congedavamo dai nostri ' automobilistes' perché avevamo scelto di non ricorrere mai ad un'automobile. Partivano ed noi perseguivamo il nostro pellegrinaggio. Tra la meravigliosa città murata di Lucca ed Altopascio incontravamo per la prima (ed ultima) volta pellegrini diretti a Roma. Due tedeschi gitanteschi seguivano anche loro le tracce di Sigerico. E per la prima volta dormimmo in letti all’ 'Ostello della Giovantù' di Fucécchio.

La salita a San Gimignano era dura nel caldo e con un pneumatico scoppiato per la terza volta. Questa città medievale è celebre per la sue numerose torri e per gli affreschi del Duomo. la Piazza del Campo e l'interno della cattedrale di Siena, col marmo multicolore erano impressionanti. Imbocchiammo la Via Cassia ondulante e serpeggiante senza fine tra i campi di grano di Toscana. Ad Acquapendente Ahimè! un filo di ferro s’ingarbugliava nella mio ruota con la conseguenza che un raggio si era rotto. Trovammo un riparatore… a Bolsena.

Arrivammo finalmente all’imponente cattedrale San Pietro del Vaticano; avevamo fatto il pellegrinaggio per i nostri propri mezzi dalla partenza all’arrivo. Sulla base della nostra credenziale ricevemmo un Testimonium... alla fine di settembre. Abbiamo visitato la magnifica cattedrale con la celebre statua di San Pietro ed eravamo felici e riconoscenti del pellegrinaggio riuscito.

Dopo due giorni siamo tornati, alcuni per via aerea, gli altri in automobile.

Guardando a questo Testimonium noi rivediamo un pellegrinaggio, e testimoniamo che il viaggia stesso e gli incontri con persone sconosciute erano l’aspetto più importanti…